A seguito del sisma del 6 aprile 2009, la fontana delle 99 cannelle ha subito:
Nel 1272 l'architetto Tancredi da Pentima realizzò uno dei monumenti più antichi della città, che oggi caratterizza l'intero Borgo della Rivera. Essa è costruita con pietre bicrome come la facciata della Basilica di Santa Maria di Collemaggio; in passato essa veniva usata dalle massaie per lavarvi i panni e serviva, inoltre, anche per l'approvvigionamento idrico della città.
Questa fontana consta di novantanove cannule dalle quali fuoriesce di continuo acqua raccolta in una enorme vasca, compromessa dal tempo e dagli agenti atmosferici. Queste fontane sono distribuite su tre pareti a scansioni di trentatré per ogni lato e vi si accede tramite degli scalini che portano ad un piazzale di sampietrini, delimitato da queste tre facciate. Ogni fontana è ornata da un mascherone che rappresenta il volto di uomo pio o satiro; alcuni di essi sono, purtroppo, molto compromessi dal tempo, altri in buono stato di conservazione.
Molte sono state le leggende nate intorno a questo luogo, in una delle tante si narra che i mascheroni sono, in realtà, dei demoni intrappolati dai monaci in questo luogo per proteggere la città da influenze malefiche essendo essa lo specchio della Gerusalemme Celeste. A ben vedere, infatti, le facce dei satiri o demoni sono alternate da facce di monaci e alcuni hanno voluto vedere in essi non semplici monaci, ma monaci guerrieri, ovvero i Templari. La leggenda vuole che in alcune notti di luna piena si possono udire i lamenti dei demoni qui intrappolati e scorgere impercettibili movimenti nei loro volti di pietra.
"Questa fontana, simbolo e vanto della città dell'aquila e degli aquilani, umiliata e ferita dal sisma del 6 aprile 2009, grazie al concorso generoso di tanti cittadini italiani e di lungimiranti imprese, il FAI - Fondo Ambiente Italiano, alla città e all'Italia riconsegnò restaurata il XVI XII MMX"
Grazie a Jarno Trulli con Abruzzo; con il contributo fondamentale di: Borsa Italiana e Assosim.